Eccidi Memorie Medaglie

SCAFFALE

Un altro libro sull’Eccidio di Pedescala; si tratta della ricerca storica di Alessandro Dalla Via dal titolo “Eccidi Memorie Medaglie”, edito da La Seconda Edizioni di Valdastico nell’aprile 2025.
Se si considera che anche l’autore è nativo della zona, si potrebbe parlare di un libro ‘fatto in casa’, con materiale e testimonianze di prima mano, raccolte sul posto.
In realtà Alessandro Dalla Via, oltre alle testimonianze locali e alle sue conoscenze dei luoghi, si avvale anche in modo critico di gran parte della produzione letteraria che riguarda quei tragici eventi, comprese naturalmente le pubblicazioni di Paoletti e di Sonia Residori.
Il tutto sembra essere filtrato attraverso una razionalità storicistica con cui l’autore vuol sostenere una sua tesi sui fatti avvenuti.
E questa tesi, in parole povere, sarebbe che gli eccidi a Pedescala, Forni e Settecà sono stati causati dal fatto che si è sparato contro i Tedeschi che si stavano ritirando.
A sparare, per quanto è stato possibile individuare, sarebbero stati elementi civili insieme ad alcuni partigiani.
Non sarebbe stata quindi un’azione preordinata dal comando partigiano della zona, ma un’azione estemporanea, facilitata dalla grande disponibilità di armi che c’era in quei giorni a Pedescala, dopo la partenza di un gruppo di soldati russi al seguito dei Tedeschi.
Non è difficile immaginare che in un momento di euforia per la partenza dei Tedeschi, ci si sentisse tutti liberatori in diritto di sparare, senza precisi ordini per farlo.
Resta comunque il fatto che, anche in guerra, non esiste un ‘diritto di rappresaglia’ di cui invece i Tedeschi in Italia purtroppo hanno decisamente abusato.
Resta il problema della medaglia rifiutata. Col diradarsi delle nebbie, la storia sembra far emergere i fatti. A partire da quello secondo cui a Pedescala da parte della gente colpita si sentiva con urgenza il diritto di avere un riconoscimento ufficiale per quanto era successo. Le forti pressioni locali hanno spinto l’allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, poiché i termini per una Medaglia al Valore Civile erano chiusi, a concedere una Medaglia d’Argento al Valore Militare partigiano…”; cosa questa che fece infuriare il Comitato di cittadini, promotore della richiesta, secondo cui i partigiani “spararono e poi sparirono”, al punto da rifiutare la medaglia stessa.
A noi sembra di cogliere che la tesi di fondo di Alessandro Dalla via resti quella che a sparare furono anche dei partigiani, ma che l’azione di sparare ai tedeschi in fuga non era stata ordinata dal locale comando partigiano.
La questione sembra ora più chiara, ma crediamo ci voglia ancora tanto tempo prima che la dinamica dei fatti venga comunque accertata ed accettata da chi ancora si sente in diritto di sfogare la propria rabbia attraverso accuse sostenibili solo in parte.

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