Ogni volta che su Thienet ci proponiamo di fare il punto della situazione che stiamo vivendo in Italia e nel mondo, siamo presi non solo da profondo sconforto ma anche da un grande turbamento, un misto di rabbia e di incertezza, che deriva dalla sensazione di essere sull’orlo di un baratro di cui non riusciamo a vedere né la luce né il fondo.
Ogni tg ci porta le immagini di Gaza, con in atto un esodo ormai biblico degli abitanti che in una carriola o poco più si portano dietro i beni di famiglia, mentre i palazzi si afflosciano, le bombe fanno strage della gente nelle scuole, nelle chiese, al mercato, nei pochi ospedali ancora operativi e persino sulle file di persone che tentano di riempire una pentola per mangiare; hanno bombardato persino un funerale!
Ci chiediamo se è davvero possibile che un popolo, che ha sofferto l’Olocausto, di cui ancora onoriamo la memoria delle sofferenze patite, possa infierire con tutta la disumana ferocia che ci viene mostrata su tutta la popolazione palestinese di Gaza. È contro ogni senso di umanità che loro, che le hanno provate, possano farsi criminali autori di quelle sofferenze inumane!
Noi consideriamo semplicemente odioso il sequestro del 7 ottobre da parte di Hamas e criminale il protrarsi del non rilascio degli ostaggi; una condanna assoluta, totale in nome del senso di umanità che non può mai venir meno.
Ma non possiamo accettare il cinismo di chi usa questo pretesto per distruggere Gaza, mentre si propone di annettersi la Cisgiordania.
Ormai crediamo si debba mettere da parte l’orgoglio e accettare che per liberare gli ostaggi del 7 ottobre bisogna andare a trattativa.
Una trattativa che ormai non può avere come garante né l’America di Trump, fortemente inaffidabile e compromessa fino al ridicolo con la distruzione di Gaza, né la Russia di Putin né i paesi arabi che stanno assistendo inerti al genocidio in atto a Gaza; una terza parte arbitrale, in mancanza d’altri, potrebbe essere la Turchia di Erdogan insieme con il Vaticano, sempre comunque rimpiangendo la mancanza dell’Onu ormai trattato da Trump come un ente inutile; pronto comunque a porre il veto contro ogni risoluzione pro-Palestina.
Per noi è semplicemente scandaloso che gli Usa, nel cui territorio c’è la sede dell’Onu, siano arrivati a non concedere il visto d’ingresso ad Abu Mazen, presidente della Palestina, solo perché, ormai quasi soli e isolati, e in buona compagnia con la servetta Italia, ancora non riconoscono lo Stato della Palestina.
Il ministro Tajani e la premier Meloni (Salvini non è nemmeno da considerare), come pensano di continuare a sostenere come oche l’ipotesi dei due Stati se loro stessi dicono che non è ancora il momento di riconoscerne uno dei due? Non si accorgono di essersi incartati! Tanto che il ministro Crosetto considera acque israeliane anche quelle che la stragrande maggioranza degli Stati dell’Onu considera acque dello Stato di Palestina. C’è veramente del ridicolo, o forse meglio del tragicomico, in questo momento nella Roma così ossequiosa con lo yankee Donald, che riesce a sempre più identificarsi con il Napoleon di George Orwell.
Secondo il discorso all’Onu di ieri di Netanyahu, a Gaza, blindata alla stampa straniera, non c’è né genocidio né fame, mentre un suo ministro riesce a vedere in Gaza una futura “miniera d’oro”! Ha fatto male la stragrande maggioranza dei membri dell’Assemblea ad uscire per non ascoltarlo, dovevano fermarsi e fischiarlo!