Che sberlone!

ATTUALITÀ

Che sonoro sberlone al governo Meloni è stato dato dai tre milioni di persone che sono scesi in piazza per protestare a favore della Palestina e dei ragazzi della flottilla (che noi preferiamo chiamare flottiglia). !
Noi non ne facciamo una questione di numeri, che nessuno può contare esattamente, ma piuttosto di piazze, da Torino, Milano e Venezia, a Napoli, Bari e Palermo, come dire l’Italia!
La premier ha dimostrato tutta la sua minimale statura politica riducendo la protesta della piazza alla comoda ricerca di un ‘weekend lungo!’; non coglierne il messaggio è una lampante dimostrazione di quanto l’amica di Donald è lontana dalla gente che governa.
Non essendo interessati alle rabbiose esternazioni di Salvini, più politico ci è sembrato il ministro degli esteri Tajani che si era chiesto se la flottiglia fosse di aiuto ai palestinesi; senza accorgersi della sua intrinseca contraddizione tra il sostenere la teoria dei due stati, di cui l’Italia è tra i pochi a non riconoscerne uno, lo stato palestinese. Per gli stati che hanno già riconosciuto lo stato della Palestina, tra cui ancora manca l’Italia in attesa del licet di Trump, il mare davanti la striscia di Gaza sarebbe palestinese e non israeliano, e non ci sarebbe stata violazione.
Che la premier Meloni non abbia il senso della realtà lo dimostra il fatto che arriva a considerare l’azione della flottiglia, con oltre 400 persone provenienti da oltre 40 stati, una protesta non contro quello che Israele sta perpetrando a Gaza ma contro il suo governicchio, sempre più ridicolo e dannoso per l’Italia. Come dice Crozza, il ragazzo neozeolandese della flottiglia non sa nemmeno chi sia Georgia Meloni!
Scandalosamente osceno il battage allineato dell’informazione Rai che, salvo pochi casi, sembra non aver colto, o non dire di aver colto, il motivo della protesta. Così, rendendosi ancora una volta penoso, Bruno Vespa scopre che i ragazzi della flottiglia subdolamente non volevano solo portare a Gaza aiuti umanitari, ma anche protestare (che acume!) contro quello su cui ancora discutono i nostri illuminati luminari, e cioè se quello in atto nella striscia sia o non sia un ‘genocidio’; è vero, come dice Netanyhau, bisogna prima ‘finire il lavoro’, cioè ammazzare tutti i palestinesi per poter affermare, vocabolario alla mano, che si tratta di genocidio; oltre settantamila civili morti per bombe o fame, tra cui ventimila bambini, ‘tecnicamente’ non è ancora un genocidio.
E poi è da sconsiderati protestare mentre è sul tavolo il piano Trump! A parte che il piano cheiamano di Trump, lo ha di fatto deciso Netanyau, facendo arrabbiare gli arabi cui era stato sottoposta una prima versione, poi opportunamente modificata; d’altronde basta leggerlo per rendersi conto che nel piano semplicemente non vengono considerati i palestinesi. Dalla naftalina si tira fuori Tony Blair per fare della striscia di Gaza una specie di protettorato degli Usa, qualcosa di osceno considerato come Trump ha finora lasciato mano libera ai soldati israeliani. L’unica persona che, per l’altezza morale, è provocatorio fargli fare da arbitro è proprio lui, Donald Trump!
C’è infine da notare che la mobilitazione di 3 milioni di persone, cui aggiungiamo tutti quelli che, come noi, idealmente erano anche loro in piazza, condividendone la protesta, è la più lampante dimostrazione della distanza tra un governo imbelle e la coscienza della gente che protesta pacificamente anche senza il permesso di Salvini!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *