Un nuovo romanzo di Andrea Vitali ambientato in un periodo di poco antecedente a quello usuale per lo scrittore di Bellano, cioè il periodo in cui il fascismo faceva i primi vagiti, i primi anni ’20: stiamo parlando “I rimedi del dottot Aiace Debuchè” di Andrea Vitali, edito da alcuni mesi, come sempre dalla Garzanti.
La vicenda narrata è quella del dottor Aiace che diventa farmacista a Bellano; si tratta di un giovane brillante ed impegnato in studi scientifici, ma che, pur spinto dal padre, da adolescente ha avuto esperienze sessuali traumatiche nei casini della sua città natale.
A Bellano, oltre al servizio di farmacista, continua i suoi studi che lo assorbono profondamente, allontanandolo dalla vita sociale della pretenziosa comunità locale.
Finché incontra, o meglio, viene fatto incontrare con Virginia, figlia del droghiere Vespro Bordonera, una bellezza, per di più educata in un collegio svizzero; l’incontro è fatale e il breve fidanzamento si conclude naturalmente con le nozze, per le quali il padre della sposa non bada a spese.
Dopo il matrimonio il nostro farmacista Aiace continua a immergersi con dedizione ed impegno nei suoi studi scientifici sulla diffusa stitichezza, ma… non consuma il matrimonio.
La giovane e bella sposa, sempre più incredula e insoddisfatta, deve persino affrontare il padre arrabbiato con lei perché non le avrebbe detto di essere incinta, come di fatto non poteva essere.
Intanto, per una rappresentazione teatrale locale allestita dal segretario comunale, la giovane sposa è invitata a suonare il pianoforte insieme con un giovane suonatore di piffero, pardon flauto, costretto dal padre a rinunciare alle sue aspirazioni artistiche nella sognata Parigi. Sarà inevitabile che le sue delusioni si incontrino…
L’aver anticipato di una generazione l’ambiente in cui Vitali colloca le sue storie, fa venir meno molto dell’aspetto umoristico del roboante quanto vacuo periodo fascista, riducendolo alle aspirazioni piccolo borghesi di una cittadina di provincia, con una piccola élite di persone studiate o arricchite.
Ciò non toglie che la narrazione di Vitali sia meno avvincente, con continui sorprendenti cambi di scena e con uno studio psicologico dei personaggi fatto di bonaria considerazione e simpatia umana, naturalmente con una sposa immacolata che si chiama… Virginia.