Articolo 5°: la guerra è pace.

ATTUALITÀ

“Articolo quinto, chi ga i schei, ga vinto!” recita dalle nostre parti un detto popolare, una di quelle pillole di saggezza che dicono in poco quello che altri, soprattutto i politici, blaterano con lunghi discorsi.
L’articolo 5° ci è venuto in mente di fronte alla proposta della premier Meloni, dai nostri media ossessivamente ostentata come una genialità intesa a risolvere la questione ucraina.
E allora ci siamo informati:
“L’articolo 5 del Trattato dell’Alleanza atlantica stabilisce che, se un paese della Nato è vittima di un attacco armato, gli altri membri dell’Alleanza considereranno questo atto come indirizzato contro tutti e adotteranno le misure che riterranno necessarie per assistere l’alleato”.
Intanto, a noi non risulta che l’Ucraina sia un paese della Nato, anche se spasima per entrarci, cosa che la Russia considera una minaccia inaccettabile, tanto da essere una delle cause all’origine dell’invasione.
A parte il fatto che, avanzata oggi, dopo tre anni di invasione e di guerra in Ucraina, la proposta Meloni ci sembra perlomeno tardiva, resta il fatto che in una non improbabile escalation dello scontro in atto tra Ucraina e Russia, per salvare l’Ucraina l’Italia, con l’articolo 5°, rischierebbe di trovarsi ad entrare in guerra contro Putin. In barba al fatto che, secondo la nostra Costituzione, “l’Italia ripudia la guerra”.
Se poi la genialità della nostra premier con l’articolo 5° si concede di superare i confini del regolamento della Nato, perché, ci chiediamo, per lo stesso motivo, oltre agli ucraini, non soccorre anche i palestinesi, visto quel che gli israeliani stanno facendo a Gaza?
La Palestina è uno stato già riconosciuto da molti paesi ma non dall’Italia perché, sostengono “questo non è il momento”; aspettando il loro momento si rischia che la Palestina come stato non esista più.
E se poi, in una ipotesi certo fanta-scientifica ma non troppo, Trump decidesse di andare a conquistare la Groenlandia, la Nato, con l’articolo 5°, interverrebbe con la Danimarca e contro gli Usa di Trump?
Quello che comunque supera ogni indecenza è il coro delle oche che sui mezzi di sistematica disinformazione pubblica ossessivamente inneggia alla proposta dell’articolo 5°, presentandola come una genialità partorita dalla nostra premier; ormai, poverini, questi penosi yes-men (e yes-women) ci vorrebbero portare a credere che, come scrive Orwell, “la guerra è pace!”

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