Nove: Museo della Ceramica

ARTE

NOVE
[foto di Gian Stupiggia]
Recentemente, per un apprezzato invito, abbiamo avuto occasione di visitare, con tanto di guida esperta, il Museo della Ceramica di Nove di Bassano.
Allestito nel palazzo Giuseppe de Fabris, nell’omonima piazza, ex sede dell’Istituto d’Arte, il museo si sviluppa su tre piani che fanno riferimento ai tre secoli ‘700, ‘800 e ‘900.
La sezione del ‘700 mostra una grande serie di ceramiche che si riferiscono soprattutto alla vita quotidiana, alla cui durezza gli artisti del tempo sopperivano con il gusto per il bello.
Nell’800, affinate le tecniche della lavorazione, si cominciò a tendere più verso l’arte che verso la sola utilità quotidiana, sempre comunque con lavori fatti, cotti e colorati a mano da rinomati artigiani-artisti.
Nel ‘900, poiché all’utilinseria quotidiana provvede l’invadente plastica, la ceramica artigianale diventa una sfida artistica, la ricerca del pezzo unico e non seriale, condotta da grandi maestri che hanno operato anche a Nove come Alessio Tasca, che operò anche a Nove. Nel Museo è esposto persino un vaso opera di Pablo Picasso.
È praticamente impossibile tentare di fare qui un catalogo delle opere esposte; forse è meglio limitarsi a dire che la fantasia umana, nella sua sconfinata creatività, ha non solo fornito all’uomo gli strumenti del vivere quotidiano, ma ha sempre cercato di renderli anche piacevoli attraverso il gusto del bello, in mille modi e in mille forme.
All’inizio della visita ci siamo soffermati davanti ad un’enorme specchiera, con tanto di consolle, tutta dipinta a mano con un gusto che è frutto di un lavoro certosino.
Li accanto, su un enorme scaffale in legno finemente lavorato, la guida ci ha spiegato che sono esposte le opere degli attuali studenti della Scuola d’Arte di Nove; per la creatività, la precisione esecutiva e il gusto cromatico le opere di questi alunni, a nostro modesto parere, non sfigurano certo rispetto al complesso delle opere esposte, segno di una continuità nel tempo di un gusto per il bello che, dopo aver attraversato i secoli, giunge fino a noi attraverso i maestri e gli allievi delle nostre scuole.
Se poi aggiungiamo che, usciti dal Museo, in una vicina sala è possibile ammirare la raccolta dei cento volti donati da Toni Zarpellon al Comune di Nove, possiamo dire che una visita è tempo decisamente ben speso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *