A Cornuda, presso la ottocentesca chiesa e l’ex canapificio veneto è possibile visitare una Typoteca, che sarebbe poi una biblioteca della tipografia e dell’arte della stampa.
È una iniziativa, sostenuta dalle Grafiche Antiga, che dal 1995 si configura come “il più importante polo museale italiano di cultura tipografica, storia della stampa e design del carattere”.
In parole più povere è un museo dove si raccoglie il mondo della tipografia e della stampa nella sua evoluzione nei secoli, a partire dai caratteri in legno di Gutemberg fino alla stampa digitale dei nostri giorni.
Una visita a questo museo sarebbe molto utile a quanti, oggi una gran massa, si considerano in grado non solo di scrivere ma anche di editare un libro senza essere a conoscenza della cultura che sta alla base delle scelte del tipografo.
Oggi, troppo spesso, si invia un file pdf e dopo alcuni giorni ti arriva il libro già bello e stampato; poi ti capita di aprirlo, e trovi che la stampa non ha stile, i margini e i caratteri non rendono, insomma il libro non ha l’anima, o meglio non è passato per le mani del tipografo.
Mentre la Typoteca di Cornuda, secondo gli orari di apertura è permanente, al piano superiore dello stesso edificio fino al 27 settembre c’era una mostra delle opere di Pino Guzzonato, recentemente e immaturamente scomparso, dal titolo “Prossimi & Remoti, Creature e visioni di Pino Guzzonato”.
Avevamo, con lui ancora in vita, visitato a Treviso la mostra sui suoi ‘bioesseri’ cioè su come Pino vedeva l’evoluzione dell’uomo in base alle premesse del presente.
Qui a Cornuda, i bioesseri più che uomini sono animali che, sempre nel suo immaginario futuro, assumono le forme che l’artista-creatore immagina in base, ci è sembrato di cogliere, agli elementi naturali con cui riesce a relazionarsi, fino quasi a conglobarsi in nuove e per noi del tutto immaginarie forme di vita.
Purtroppo però queste forme immaginarie, questi bioesseri animali erano esposti in bacheche di vetro che non ne permettevano una visione a tutto tondo; per cui, pur gradendo la novità, abbiamo più apprezzato le opere di grafica di Pino Guzzonato che, secondo noi, hanno trovato della Typoteca l’ambiente ideale per essere valorizzate sia sotto l’aspetto grafico che sotto quello del supporto cartaceo su cui sono state lavorate.
Sappiamo che Pino Guzzonato da sempre si faceva, con stracci ed altro materiale, persino la carta su cui poi disegnava il prodotto della sua geniale inventiva.
Ecco, forse ora che non è più tra noi per stupirci con le novità dei suoi lavori, è giunto il momento di considerare che Pino Guzzonato ci ha insegnato ad utilizzare quello che di solito sprechiamo o buttiamo, per creare nuovi materiali su cui stendere i prodotti del nostro immaginare un mondo futuro. Lui ce lo prefigura, sta a noi tentare di cambiarlo e migliorarlo se non è come ci piace.