Ci vediamo in agosto

SCAFFALE

Un libro di Gabriel Garcia Marquez è già per sua stessa natura un’opera che merita particolare riguardo; solo che questo, oltre che importante sul piano letterario è anche bello sul piano estetico editoriale.
Stiamo parlando di “Ci vediamo in agosto”, edito dalla Mondadori nel 2024.
Sul piano letterario, pur rientrando tra le opere minori, di contorno, resta sempre un racconto di un grande scrittore, la cui cifra letteraria si nota sempre, nel grande come nel piccolo.
La vicenda narrata è quella di Anna Magdalena Bach, una signora di mezza età, felicemente sposata da vent’anni, che il 16 agosto di ogni anno si reca in un’isola dei Caraibi alla tomba della madre colà sepolta per deporvi dei fiori; occasione questa in cui, espletato il triste rito, si abbandona anche a qualche avventura extra-coniugale con qualche incontro occasionale da lei stessa maliziosamente ricercato, in cui dimostra una ‘vitalità’ che non ha nel consueto menage familiare col marito.
Ecco, è proprio questo gioco di contrasti, tipico di Gabriel Garcia Marquez, che caratterizza questo che editorialmente sta tra una raccolta di tre racconti e un romanzo breve: da una parte la figlia affettuosa che onora il ricordo della madre, dall’altra la moglie devota e fedele per tutto l’anno, salvo il 16 agosto, e infine la donna che il quel giorno particolare ritrova la sua dimensione erotica nell’abbandono dei sensi con persone a lei estranee.
Tre aspetti della propria vita che Anna Magdalena sembra vivere senza particolari traumi psicologici o moralistici sensi di colpa.
Abbiamo parlato di un particolare valore dell’opera anche sul piano estetico, cioè nella sua veste editoriale.
L’opera infatti si presenta con una copertina e una sovracopertina a colori sgargianti, tipici dell’opulenza vegetale delle isole dei Caraibi, dove oltre all’humus della terra par di sentire lo stridio dei variopinti uccelli della foresta tropicale, con un editing preziosamente curato nei particolari.
Un libro sensuale, sognante ci verrebbe da dire, che a prenderlo in mano per il senso di bellezza che trasmette ti coinvolge non solo culturalmente ma anche fisicamente.

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