Il costruttore Solness

TEATRO

(Photo©Giuseppe Santamaria)
Un incubo! Così abbiamo vissuto le quasi due ore dello spettacolo “Il costruttore Solness” di Henrik Ibsen, recentemente andato in scena al Comunale di Thiene nell’ambito della 40^ Stagione Teatrale, per la regia di Alessandro Serra e con Umberto Orsini come protagonista.
Se dovessimo scegliere un colore che possa in qualche modo rappresentare lo spettacolo, questo sarebbe il grigio, un grigio scuro.
La trama racconta di un giovane di umili origini che, per non aver studiato, non si può chiamare architetto ma solo costruttore: Solness, nella magnifica e intensa interpretazione dell’inossidabile Umberto Orsini, è un uomo senza scrupoli che ha costruito la sua fortuna partendo dalle ceneri della casa di sua moglie, diventando un uomo spregiudicato e potente; soprattutto usando a suo piacimento i sogni e le ambizioni delle persone che lo affiancano nel suo lavoro, derubandole anche di una possibile felicità; Aline, che nell’incendio della casa ha perso anche le sue due figlie, è una donna inquieta che, vestita di grigio, in scena appare e scompare rasentando i muri come un fantasma.
In mezzo a tanto cinismo Halvard Solness, che odia i giovani temendo di essere da loro soppiantato, riscopre l’amore nella giovane Hilde, un amore senile che la sua età ormai avanzata rende persino patetico.
La scena è scarna e minimale composta da due sedie e una scrivania grigia che all’occorrenza si trasforma in tavolo da disegno , e da altissime pareti grige movimentate a vista dagli attori creando spazi claustrofobici. Anche i personaggi sono grigi nei vestiti e nell’anima.
La regia di Alessandro Serra (il suo “Macbettu”, Macbeth in sardo, ha vinto il premio Ubu 2017 per il migliore spettacolo), che ha curato anche scene, costumi e luci, è precisa, perfetta per far risaltare un testo così potente.
Di grande effetto la musica, i cambi di scena, i suoni amplificati della macchina da scrivere, eleganti gli effetti luce, molto suggestivo il gioco dello specchio che illumina un lugubre Solness.
La recitazione di Umberto Orsini, 85 anni, nella parte del tormentato costruttore con i suoi lunghi silenzi è rigorosa essenziale, raffinata e pulita; citiamo Lucia Lavia brava nel ruolo di Hilde ma tutti gli attori sul palco sono all’altezza.
Affettuosi gli applausi del pubblico per Orsini.
Resta da dire che dopo il recente spettacolo di Goldoni, speravamo di essere usciti dal clima in cui siamo stati tenuti nella prima parte di questa 40^ Stagione Teatrale Thienese. “Il costruttore Solness” è stato un inaspettato ritorno a quel clima; uno spettacolo certamente di assoluto valore letterario, messo in scena in modo teatralmente molto efficace e moderno, ma che dalla poltrona del Comunale abbiamo vissuto per due ore come se fossimo entro un terribile ed angosciante incubo.

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