Per il governo presieduto dal premier Draghi, osannato dai mass-media quale salvatore della Patria, quattro più quattro non fa otto, come ci hanno insegnato alle elementari, ma zero; infatti, secondo le regole dell’immondo condono fiscale che Salvini ha spudoratamente chiamato “rottamazione”, vengono condonate le cartelle fiscali” superiori ai 5 mila euro di tasse non pagate. Ma c’è di peggio; se uno, per esempio, ha in pendenza due cartelle da 4 mila euro, siccome nessuna delle due, presa individualmente, supera i 5 mila euro, non paga niente, cioè evade legalmente per otto mila euro.
È stato comunque con questo provvedimento che Draghi, per quanto bravo sia, ha già inizialmente perso la nostra fiducia; una sfiducia poi confermata dai rincari dei prezzi, a cominciare dalle tariffe per i servizi di pubblica utilità.
Le facce compunte che mestamente ci informano di un generalizzato aumento delle materie prime, proprio non ci convincono, anzi ci irritano per la fisica sensazione di essere presi in giro.
Basta guardarsi intorno con occhi minimamente critici, non offuscati dalla favolosa estate sportiva italiana, per rendersi conto che per tutti, a tutti i livelli, la pandemia è diventata un costo da recuperare, magari scaricandolo sugli altri; ed ecco un aumento generalizzato dei prezzi al consumo, di cui basta andar a fare la spesa per rendersi conto, ecco un sostanzioso aumento delle tariffe, con cui si tenta di recuperare quel che con la pandemia si è perso; con al fondo di tutto la corsa al tesoretto che l’Europa ci ha concesso.
Insomma quel minimo senso di solidarietà sociale che la pandemia nella sua drammaticità ci aveva insegnato, oggi si è trasformato nel solito istinto dell’ “homo hominis lupo”, dove il più forte si accanisce sul più debole.
Ecco allora che vengono condonate le cartelle fiscali di chi non ha pagato le tasse, prendendo ancora una volta in giro chi le tasse non può nemmeno pensare di evaderle; ecco allora che in mille forme i negozianti a tutti i livelli cercano con tutti i mezzi di recuperare quel che per la pandemia hanno perso, ecco infine che l’aumento delle materie prime provoca l’aumento delle tariffe.
Notate come alla fine di ognuno di questi processi in atto ci siamo noi, dipendenti o pensionati a reddito fisso su cui, con faccia sofferta e portafoglio sempre più pieno, vengono scaricati i costi della pandemia.
Certo non stupisce che alle riunioni rituali la Confindustria osanni con standing-ovation il premier Draghi, è il loro uomo al potere, quello che ancora una volta nel contratto sociale tra capitale e lavoro, ha scelto di schierarsi dalla parte del primo, con la solita illusoria e ormai stantia promessa che ci saranno future ricadute favorevoli anche sul secondo. È la favola di sempre, cui noi non crediamo più, per quanto sbandierata dalla possente forza di persuasione mediatica.
Per noi quattro più quattro fa otto, cioè più di cinque.