L’Europa non é diventata Italia!

ATTUALITÀ

Man mano che l’intenso polverone mediatico si abbassa, emerge sempre più chiaro il significato della recente stagione elettorale europea che, se ha un comune denominatore, è quello di aver arginato il pericolo della destra sovranista.
“Facciamo l’Europa come l’Italia” era stato lo slogan con cui la nostra premier invitava “scrivete Giorgia”; se in Italia, lei ha raccolto due milioni e trecento mila preferenze personali, il dato generale europeo dice chiaramente che, nonostante un leggero avanzamento della destra, l’Europa è restata Europa e non è diventata Italia, con una maggioranza di centro-sinistra che ha arginato il velleitario populismo sovranista.
Ma forse la lezione più chiara è venuta dalla Francia, dove alle elezioni europee, la destra sovranista della Le Pen ha ottenuto il 30% dei consensi; era un chiaro rifiuto della politica del presidente Macron che aveva proposto di mandare soldati francesi a combattere in suolo russo. A questo punto Macron ha scelto di chiarire la situazione francese con nuove elezioni politiche, di fronte alle quali, oltre alla protesta per la guerra, per i francesi si è aggiunto il pericolo di una maggioranza della destra di Marine Le Pen; per alcune settimane l’indecente propaganda politica di Rai-Meloni ci ha ossessionato prospettandoci il pericolo di un parlamento francese addirittura a maggioranza sovranista.
Fortunatamente il 7 luglio, con nostro grande sollievo, la protesta dei francesi per la politica di Macron si è rivolta altrove, votando un fronte di partiti di sinistra formatosi per l’occasione, relegando il partito della Le Pen addirittura al terzo posto, dopo il centro di Macron.
Ecco quindi che, quasi per miracolo, nella stessa settimana due Stati europei come la Gran Bretagna e la Francia si sono improvvisamente trovati ad avere un governo di centro-sinistra, smentendo in modo eclatante il sogno di Georgia che avrebbe voluto l’Europa come l’Italia.
Noi, per primi, pensiamo che questa svolta a sinistra in Inghilterra e in Francia, così come si è determinata, sia più una forma di protesta che una convinta scelta politica; come dire che le prospettive di politiche labouriste di centro-sinistra nei due paesi sono attualmente solo sulla carta, in attesa di essere attuate.
E in Italia? Noi consideriamo le prospettive che abbiamo davanti terribilmente preoccupanti. Se l’autonomia avrà inevitabilmente l’effetto di spaccare l’Italia e di dividere gli italiani, con buona pace di chi ha sempre in bocca la parola ‘nazione’, con il cosiddetto premierato di fatto si esautora il Presidente della Repubblica dall’incarico di nominare il premier, il quale, eletto da popolo, farà le leggi e i decreti che il Parlamento si limiterà, se gli sarà concesso, di ratificare; come dire che il premier, oltre al potere esecutivo verrà ad avere anche quello legislativo.
Tutto questo mentre il ministro Nordio sta sistematicamente smantellando il sistema giudiziario, nel chiaro intento di sottometterlo al potere esecutivo; intanto, di fronte ai 4 mila casi fastidiosamente pendenti per l’inefficienza del sistema, per far largo ai futuri governanti ha cominciato con l’abolire il reato di abuso d’ufficio nella gestione del potere; come dire che, per eliminare i ladri, basta abolire il reato di furto, a cominciare magari dall’evasione fiscale!
A questo punto, se il vento del buonsenso politico non spirerà anche in Italia, con un premier depositario dei tre poteri dello Stato, al totalitarismo meloniamo non resterà che abolire la Costituzione!

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