Siamo già intervenuti in una precedente edizione di Thienet sul fatto che la pandemia del corona virus, oltre a tutti i danni che sta provocando sul piano prima sanitario e poi sociale ed economico, rischia di avere anche la terribile conseguenza di svuotare il concetto stesso di l’Europa unita, aprendo la porta ai sovranisti che al suo interno oggi certamente non mancano.
Per fortuna che di questo pericolo oggi sembrano accorgersi anche i tedeschi. In un recente articolo su “Der Spiegel”, quotidiano che in Germania fa opinione, il giornalista Thomas Fricke fa alcune importanti considerazioni sull’atteggiamento della classe politica tedesca nei confronti dell’Italia, generalmente tacciata come un paese di spendaccioni, poco propensi al sacrificio e poco accorti nella gestione del bilancio dello Stato.
L’articolo è stato raccolto e tradotto dal Corriere della Sera, sul cui sito Internet può in questi giorni trovarlo chi lo voglia leggere.
A noi qui interessa il fatto che l’opinione pubblica tedesca comincia a rendersi conto che l’Europa non potrà essere tedesca, pena la fine stessa di questa Europa.
Secondo l’editorialista di Der Spiegel:
«Il vero dramma dell’euro risiede nel cliché erroneo dell’Italia spendacciona. Questo non ha nulla a che fare con la realtà e sta per disintegrare l’Europa».
Si cita quindi l’economista Antonella Stirati, dell’Università Roma Tre, per spiegare che «se non si calcolano i pagamenti degli interessi, dal 1992 i governi italiani hanno avuto eccedenze di bilancio … «Dolce vita? Sciocchezze. Dal 2000 gli investimenti pubblici italiani sono calati del 40%, un collasso regolato per legge. Nell’istruzione si è investito quasi un decimo. Una follia. Le spese pubbliche ristagnano dal 2006. In Germania sono aumentate quasi del 20%». E questa tendenza «è diventata poi una catastrofe a partire dall’eurocrisi, quando Mario Monti sotto la pressione internazionale e in particolare tedesca, ha iniziato una riforma dopo l’altra. Una volta sul mercato del lavoro. Un’altra volta sulla pensioni». E poi i tagli alla sanità dal 2010, che tanta parte hanno nella tragedia della pandemia.”
Un altro passo di questo articolo di Thomas Fricke che ci sembra importante qui riportare dice:
«Forse per salvare l’Europa innanzitutto ci sarebbe bisogno in Germania di nuovi esperti». Perché «non siamo al circo ma in una crisi che leva il fiato per quanto è seria». Quindi «è tempo di fermare questo dramma e gli eurobond sono il simbolo di un destino comune. Destino che noi condividiamo comunque, avendo una valuta comune. Altrimenti in un paio di anni l’Unione europea non sarà più tale. E Francia e Italia avranno al potere persone come Trump e Johnson, che non hanno voglia di giocare assieme: il gioco sul quale la Germania costruisce da decenni il suo benessere».
Anche noi avevamo avvertito che, in tempi di pandemia, gli eurobond per l’Europa unita sarebbero stati “il simbolo di un destino comune” che la Germania non ha voluto; e allora ci vien da concludere che l’Europa non sarà Europa finché sarà tedesca!