Meloni e…Gulliver

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Sempre più abbiamo l’impressione che l’attuale premier Giorgia Meloni assomigli in qualche modo a Gulliver, il famoso personaggio del romanzo di Jonathan Swift; e questo non tanto perché anche la Meloni è sempre in viaggio, ma soprattutto per alcuni aspetti simbolici che il personaggio veicola.
In patria Giorgia Meloni giganteggia come Gulliver nell’isola di Lilliput, dove le persone sono alte 15 cm.
Non è che lui sia grande, sono gli altri che sono piccoli, soprattutto troppo presi dalle loro piccole beghe, che pomposamente presentano come questioni importanti.
Giorgia ci mette del suo in quanto, ossessivamente, quando parla, proclama che “gli Italiani…; forse dovrebbe ricordarsi che lei è stata votata dal 26% degli elettori Italiani che hanno espresso il loro voto, mentre il 74% di loro ha fatto altre scelte; tanto che per imbastire un governo ha dovuto sorbirsi personaggi politicamente lillipuziani come Berlusconi e Salvini.
C’è comunque, deve farsene una ragione, anche una parte consistente di Italiani che non l’hanno votata, che non sostengono il suo governo e che quindi lei non può arrogarsi il diritto di rappresentare politicamente.
Dopotutto, nonostante il suo sbraitare, è solo a Lilliput che gli omini alti 15 cm. vedono Gulliver come un gigante, mentre sono impegnati in un’annosa e irresolubile controversia sul modo più corretto di rompere le uova, se dalla parte più grossa o da quella più piccola.
E come Gulliver, quando nei suoi viaggi da Lilliput arriva all’isola di Brobdingnag, cioè in Europa, anche la Meloni viene drasticamente ridimensionata nella sua statura politica. Qui, dove l’erba è alta come un albero, un contadino alto 22 metri regala Gulliver come un giocattolino alla figlioletta che, per difenderlo dai pericoli del mondo reale, come l’attacco di una vespa, lo fa vivere protetto in una tazza da tè.
Col re di Brobdingnag Gulliver discute sulla situazione dell’Europa e il sovrano non è contento della relazione che gli fa Gulliver-Meloni, soprattutto per quel che riguarda l’uso delle armi e dei cannoni.
Con la stessa supponenza della Meloni, Gulliver, affermando la superiorità della sua terra d’origine, con un atteggiamento patriottico, critica le leggi di Brobdingnag, l’ignoranza dell’imperatore in materia politica.
Arrivato nell’isola di Lagado Gulliver osserva lo spreco di risorse impiegate per inseguire scoperte inutili come l’estrazione dei raggi del sole dai cetrioli, l’ammorbidimento del marmo per farne cuscini, la miscela di vernici in base all’odore e l’indagine di cospirazioni politiche tramite l’analisi delle feci dei sospettati. Oltre naturalmente al ponte di Messina.
Finalmente il nostro Gulliver arriva nella terra degli Houyhnhnm, abitata dai cavalli razionali, dotati di parola e di intelligenza superiori. Le loro terre sono ben curate, ma purtroppo in esse vivono degli esseri brutali che camminano su due gambe al posto di quattro: sono gli yahoos, uguali nell’aspetto fisico agli esseri umani, anche se abbrutiti e degenerati.
Così mentre Gulliver ammira il governo dei cavalli saggi, la Meloni non si vergogna del suo governo di bipedi yahoos.

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