444 Days di Emily Kraus

ARTE

Conoscevamo abbastanza bene la struttura della Chiesa della Natività a Thiene anche per aver curato l’editing della recente pubblicazione di Massimo Martini e Nicola Scudella sul Monastero delle Dimesse.
Si può immaginare allora la nostra sorpresa quando, superato l’antico portale baroccamente cesellato, una porta automatica ci ha introdotti in un’abbagliante ambientazione bianca, estremamente moderna, ci vien da dire avveniristica, con quello che potremmo definire, almeno per noi, un salto di un paio di secoli di storia.
Si tratta della sede della “Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo per l’arte contemporanea”, nata nel 2023 come istituzione no profit con l’obiettivo di promuovere l’arte.
Che si sia entrati, se non proprio nel futuro, in un ambiente che chiaramente lo prefigura, anche perché di lì deve comunque passare il presente, bastano alcune opere pittoriche esposte in permanenza che noi, per indicarne il livello, usiamo l’espressione “da Biennale di Venezia”.
Attualmente, e fino al 30 novembre, alla Galleria di Arte Moderna della Fondazione Bonollo sono esposte alcune opere di una giovane artista inglese, Emily Kraus, dal titolo “444 days”.
Il numero si riferisce ai giorni che sono trascorsi da quando l’artista ha iniziato la prima delle opere qui esposte; non un semplice passare di giorni, ma un periodo che comprende l’evento che abbiamo tutti vissuto, il periodo della pandemia del Covid, che aveva così profondamente modificato le nostre esistenze.
Emily ha lavorato con una sua particolare tecnica compositiva che ci viene ben spiegata da Lisa Modiano, curatrice della Mostra, e che sostanzialmente consiste nel far passare la tela da dipingere sui rulli di una struttura cubica; ”Affrontando le limitazioni di spazio imposte dal suo studio durante la formazione al Royal College of Art di Londra, Kraus ha ideato un’ingegnosa struttura simile a una gabbia per realizzare dipinti su larga scala. Un dispositivo singolare con montanti che fungono da rulli, attorno ai quali viene avvolta la tela grezza e al cui interno Kraus lavora applicando la pittura sia sui rulli stessi che sulla superficie della tela. Mentre quest’ultima viene trascinata attraverso la struttura, la pittura si diffonde e si dispiega, dando vita a schemi visivi che si ripetono, ma continuano a modificarsi”.
Dal sito della Fondazione Bonollo si viene a sapere che Emily Kraus (nata nel 1995) ha conseguito il suo Master in Pittura presso la Royal College of Art di Londra (2022), una Laurea in Studi Religiosi presso il Kenyon College (2017) e può vantare già un notevole curriculum di mostre personali e collettive.
In un video visibile sul sito della Fondazione, è la stessa Emily a spiegare che essendole stato assegnato uno spazio troppo piccolo per le sue tele, una specie di cubo in cui si sentiva soffocare e sentendosi nel contempo limitata anche dalle precauzioni contro il Covid, ha deciso di “get out of the cube” (uscire dal cubo), trovando il modo di far girare la tela su dei rulli, dipingendola liberatoriamente man mano che veniva fatta ruotare.
Interessante poi, vista anche l’ambientazione storica della Mostra, è che secondo Emily “ogni spazio in cui ti trovi conserva la memoria, che tu assorbi anche respirando l’aria che lo permea, e a cui lo restituisci con qualcosa di tuo…”, ciò che per lei è ‘something poetic!’”
Fa comunque uno strano effetto questo poter trovare a Thiene un ambiente in cui, come diceva T.S. Eliot, passato, presente e futuro sembrano incontrarsi nel presente del nostro vissuto quotidiano.
La Mostra “444 days” di Emily Kraus è visitabile fino al 30 novembre da giovedì a sabato (ore 11:00 – 18:00). Ingresso libero.

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