Auguri per il 2025!

ATTUALITÀ

Auguri per il 2025! Di questi giorni è un’espressione sulla bocca di tutti o quasi; ma in cosa si sostanziano poi concretamente gli auguri che formuliamo. È quello che tentiamo di fare avendo davanti come interlocutori i naviganti di Thienet, pochi o tanti che siano.
Certo, sul piano personale, auguriamo a tutti la salute e la serenità d’animo per affrontare le durezze della vita; così come ci auguriamo che chiunque si trovi in difficoltà personali o famigliari, incontri la solidarietà di chi lo può aiutare.
Sul piano politico internazionale, inutile dirlo, ci auguriamo la pace, con la fine concordata dei terribili conflitti in atto nel mondo.
Di fronte a quel che succede a Gaza, con i bambini che muoiono di freddo tra le macerie, è inutile disquisire su torti o ragioni: la strage deve cessare, si deve far prevalere il senso umano della sofferenza, compresa quella degli ostaggi e dei loro parenti.
Da parte nostra siamo sempre stati solidali con l’Ucraina invasa, disponibili ad aiutare concretamente gli ucraini a liberarsi dagli uomini di Putin, ma non certo mandando i droni a bombardare Mosca.
Inutile dire che siamo molto critici nei riguardi del governo Meloni; visto il suo operato pensiamo ad una sua caduta come ad una liberazione da un incubo.
Quello che comunque ci auguriamo per il 2025 è che la Meloni e i suoi ministri la smettano con la costante ossessiva ipocrisia, che ha ridotto la propaganda politica a disgustosa pubblicità, fatta di slogan fasulli (“Le accise vanno abolite!”)
Ormai il servizio pubblico radiotelevisivo italiano produce una sistematica disinformazione, come quella della “Fattoria degli Animali” di Orwell, con il coro delle pecore che belano i falsi slogan governativi, cioè una realtà che non c’è ma che si vorrebbe far credere che ci sia, purché non si guardi a quella reale.
Basterebbe come esempio l’immondo spot sull’evasione fiscale, che “da oggi è finita”, mentre continuano condoni, rottamazioni, concordati per non far pagare agli evasori quello che è il loro dovere fiscale pagare.
La legge di bilancio per il 2025 è stata recentemente approvata dal Senato senza che sia stato possibile discuterla ed eventualmente modificarla, magari in senso migliorativo, perché con la scusa di evitare l’esercizio provvisorio vi è giunta “blindata”; questa, comunque la si guardi, non è più democrazia, è una forma di autoritarismo, una strada in fondo alla quale troviamo il Duce che decide da solo per quell’aula “sordida e grigia” che è il Parlamento democratico, depositario del potere legislativo.
Ecco allora che il nostro augurio per il 2025 è che da parte della gente cresca sempre più la coscienza del pericolo della deriva democratica in cui stiamo lentamente ma inesorabilmente scivolando, cominciando intanto con un Sì ai 6 referendum che saremo chiamati a votare.

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