(“L’ultimo”, acquatinta di Milvia Bortoluzzi)
Invece che con un generico Buone Feste, quest’anno vorremmo cominciare a fare ai nostri visitatori con un sincero augurio di Buon Natale, anche per rispondere a chi in Europa aveva persino pensato di abolire tale forma di augurio.
Noi di Thienet siamo più che coscienti che il Natale è diventato un business decisamente scandaloso, perdendo troppo spesso il suo significato, che è soprattutto religioso, come continua a ribadire Papa Francesco.
Non è comunque nella sfera religiosa del Natale che noi intendiamo qui entrare, anche perché la consideriamo come appartenente al privato di ciascuno di noi.
Eppure, al di là della dimensione religiosa, c’è nel Natale uno spirito, collettivamente gli diamo un senso ed un significato che va ben oltre gli slogan pubblicitari che di questi tempi in particolare ci ossessionano.
Natale è il tempo in cui ciascuno di noi si trova a considerare il suo rapporto di amicizia o di affetto, magari di semplice relazione, senza scomodare l’amore, con gli altri; è il momento della solidarietà, del sentirsi spiritualmente vicini, in cui tentiamo di esprimere concretamente con un dono, il nostro rapporto con coloro in cui siamo in relazione.
Questo anche se, non essendo ingenui, sappiamo perfettamente che a volte la nostra generosità natalizia è un fatto di costume, spesso sentito come quasi obbligato, magari solo per ricambiare altri che si sono voluti dimostrare generosi nei nostri confronti.
In tempi di pandemia, in particolare, questo senso di generosità, di disponibilità verso altri, ha assunto un significato diverso, che si esprime attraverso i nostri gesti quotidiani. Anzitutto il nostro indossare la mascherina per difendere noi stessi e nel contempo per non danneggiare chi ci sta vicino. Poi i vaccini cui ci sottoponiamo nella speranza di evitare il contagio, ma anche di non contagiare. Questo insieme con tutti i comportamenti cui, con una varietà di colori, siamo chiamati a tenere, sempre nell’intento di difendere noi e di non essere di pericolo per gli altri.
Allora il Natale diventa anche un atteggiamento che ci fa entrare più sensibilmente in quelli che l’angelo del presepe chiama “gli uomini di buona volontà”, impegnati nel costruire la pace e la serenità per noi e insieme per tutti quelli cui ci sentiamo umanamente legati.
Quanto distante da questo ‘spirito del Natale’ cui, sempre a di là della sfera religiosa, umanamente siamo chiamati, sono quelli che non sentono, o peggio ancora, rifiutano questo senso di interdipendenza umana e sociale.
Noi sappiamo che quella dei no-vax è una forma di paura ancestrale e irrazionale, nata con l’invenzione stessa del vaccino come strumento per debellare certe malattie contagiose. Ma oggi, in prossimità del Natale 2021, il loro diventa un atto di puro egoismo che viene dalla assurda irrazionalità con cui vivono il loro rapporto con gli altri; per questo noi sentiamo che il vero regalo di Natale che oggi possiamo fare a noi stessi e agli altri, sia il green-pass.