Con il dramma “Così è (se vi pare)” di Luigi Pirandello, per la regia di Geppy Gleijeses, recentemente andato in scena a Teatro Comunale di Thiene, siamo entrati nel pieno della 42^ Stagione.
Lo spettacolo, interpretato principalmente da Milena Vukotic, Pino Micol e Gianluca Ferrato è una delle opere in cui Pirandello contamina il teatro con la psicologia, o forse meglio con la psicanalisi.
In una piccola città di provincia arrivano un impiegato di prefettura, il signor Ponza, insieme con la moglie e la suocera, signora Frola.
In realtà il signor Ponza sostiene che la signora Frola sia la madre della sua prima moglie, defunta, e che il dolore l’abbia così sconvolta da credere che la seconda moglie di Ponza sia invece sua figlia.
Da parte sua la signora Frola dichiara che il genero è impazzito al punto da ritenere morta la moglie ancora viva, cioè sua figlia.
Questo vero e proprio enigma mette in agitazione tutto il piccolo centro, anche perché la moglie, prima o seconda che sia, resta misteriosamente segregata in casa, senza essere mai vista da alcuno.
C’è in Pirandello un senso di coralità con cui la cittadinanza sembra appassionarsi al caso, trattato sempre con estrema comprensione umana, ma dove non si capisce chi sia il pazzo e chi il sano di mente.
Con pezzi di bravura recitativa i protagonisti affermano la loro verità, soffrendo per il fatto che l’altro per il dolore abbia perso la testa al punto da essere alienato. Da questo punto di vista Milena Vukotic nella parte della signora Frola sulla scena ha dato un saggio di recitazione alienata che è raro da vedersi.
Anche il finale è tutto pirandelliano, con la moglie che appare velata sulla scena pronunciando il fatidico “Così è se vi pare!”
C’è piuttosto da fare una considerazione sul ritmo narrativo di Luigi Pirandello. La commedia, che in originale era in tre atti, era certamente adatta al pubblico del tempo in cui è stata scritta e fa di diritto parte della letteratura italiana.
Nella versione vista a Thiene, pur ridotta ad un atto unico monstre di quasi due ore, è risultata in certi punti pesante, soprattutto perché con l’avvento del film e della televisione oggi siamo abituati ad un ritmo narrativo più veloce. Comunque, per non smentirci, piuttosto di certe riduzioni o dei vari “liberamente tratto”, noi preferiamo l’originale.