Flora

SCAFFALE

È stato per mesi al top delle classifiche dei libri più venduti, ed è per questo che ci ha incuriosito, al punto di procurarcelo e quindi leggerlo; stiamo parlando del romanzo “Flora” di Alessandro Robecchi, edito dalla Sellerio di Palermo nel 2021.
La vicenda è quella del clamoroso rapimento di Flora De Pisis, conduttrice acclamata di uno spettacolo televisivo, “Crazy Love”, in cui pontifica sulle vicende e sulle disavventure umane dei suoi ospiti, in base all’improbabile concetto secondo cui “l’amore fa fare anche questo”.
La storia si sviluppa su due piani: da una parte le ricerche della polizia, furbescamente attirate attraverso opportuni indizi, su un luogo sbagliato.
Dall’altra i rapitori che, con tutti gli accorgimenti del caso, riescono ad ottenere un’ora di trasmissione di Flora De Pisis, al di fuori del circuito mediatico che loro chiamano la Fabbrica della Merda.
È forse questo il pregio-difetto di questo racconto, cioè l’utilizzo di un linguaggio disinibito, con esagerazioni iperboliche e considerazioni spesso sfrontate al limite del buon gusto.
Se, pur essendo debitamente informato ed articolato, rappresentandolo con una certa coerenza, il romanzo vuole essere una disanima del sistema mediatico sia della istituzionale Fabbrica della Merda, sia della Grande Tivù Commerciale, il risultato non ci sembra un gran che convincente; soprattutto quando Flora, nell’ora autogestita dai rapitori, riabilita il poeta Robert Desnos, morto nel lager di Terezin, vittima della ferocia nazista.
Un romanzo che comunque fa pensare, perché mette in campo questioni che un po’ tutti stiamo vivendo; Flora è la conduttrice televisiva che sa toccare le corde più intime dei sentimenti umani delle persone che ad essa accettano di esporsi, una specie di tribunale, o forse meglio di confessionale laico, in cui la conduttrice si arroga il diritto di giudicare in base al concetto che a muovere le persone è l’amore, causa ed effetto di tutto il bene ed il male delle nostre esistenze.
A noi hanno sempre dato fastidio questi soloni mediatici che hanno un giudizio chiaro e definitivo su tutto e su tutti; ma soprattutto siamo contrari a chi, in tv o fuori, si permette di fare spettacolo con i sentimenti più intimi della gente. Noi, per essere chiari, consideriamo profondamente immorale una trasmissione come “Chi l’ha visto?” in cui da anni, con grande cinismo ammantato da partecipazione emotiva, si fa spettacolo con il dolore e le disgrazie delle persone

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