Giovanni Azzolin: “Fin sera dura el dì”

CULTURA

“Fin sera dura il dì” era un proverbio di serena accettazione della vita che Giovanni Azzolin aveva appreso dalla madre e che aveva utilizzato come titolo di una sua raccolta di materiale dialettale vicentino. E anche per lui, purtroppo, la sera è arrivata in questi giorni di pandemia, in cui non ci è nemmeno consentito esternare il dolore per la scomparsa di una persona cara.
Nato a Salcedo oltre novanta anni fa, Giovanni Azzolin era di famiglia contadina. Il padre gli era morto per le conseguenze dei gas respirati come combattente durante la Grande Guerra e la madre si prese l’impegno di condurre l’azienda di famiglia, riuscendo anche a farlo studiare; Giovanni raccontava che sua madre aveva persino venduto una mucca per acquistargli un pianoforte.
Giovanni frequentò la scuola elementare a Salcedo, alunno della maestra ‘Ginetta’, che poi spinse la famiglia a farlo proseguire gli studi e che in seguito diventerà la moglie, da cui ebbe tre figli.
Lui stesso cominciò a Salcedo come maestro, per concludere poi la sua lunga carriera di docente, insegnando a sua volta ai futuri maestri dell’Istituto Magistrale “Fogazzaro” di Vicenza.
Se si tenta di capire l’essenza di una vita così lunga e ricca di profonde esperienze, bisogna ricorrere proprio alla metafora di ‘Maestro’, inteso non solo in senso scolastico, ma in senso più ampiamente educativo e culturale.
Numerose e importanti le sue opere di ricerca storica, che vanno da Zanella, Manzoni, Fogazzaro, agli Scotton di Breganze, al cardinale De Lai, magari passando per il “Frich-Froch” di monsignor Flucco e il materiale dialettale dell’opera già citata “Fin sera dura el dì”; sempre puntuale la sua firma anche nella rivista di storia locale ‘Archivio’, edita dalla Parrocchia del Duomo di Thiene.
La cifra che in qualche modo accomuna questo suo lungo e intenso lavoro di ricerca storica può essere trovata nel suo temperamento gentile e accomodante, sempre alla ricerca di conciliare più che esacerbare le posizioni diverse, quando non opposte.
Membro dell’Accademia Olimpica di Vicenza, era un’autorità nello studio storicamente scientifico del periodo del cattolicesimo sociale seguito all’enciclica “Rerum Novarum” di Papa Leone XIII, in cui si cercava di conciliare attorno al principio della ‘giusta mercede’ per il lavoratore, quelle che allora erano le posizioni estreme dell’ideologia liberale da una parte e del socialismo anarchico e rivoluzionario dall’altra.
Questa cifra con cui si cercava di prendere la parte migliore delle contrastanti ideologie per coniugarla positivamente in una terza via basata su principi umani e cristiani, diventerà per Giovanni Azzolin un principio di vita che applicò con coerenza nella politica (fu vice-Sindaco di Thiene), come presidente della Biblioteca Civica e in tutte le occasioni in cui era richiesta la sua presenza.
Noi lo abbiamo avuto per 4 anni come presidente del Distretto Scolastico di Thiene, in cui, come minoranza, ci chiamò a collaborare fattivamente, senza attestarci su una posizione di sterile opposizione.
Giovanni era l’uomo che sapeva cogliere in tutti, anche nelle persone più modeste, il meglio che potevano dare per loro e per gli altri; era il suo stile di vita, in cui ti sentivi apprezzato dalla sua sincera amicizia, che era impossibile non ricambiare.
Quando, per il peso degli anni, non ha più potuto frequentare i tanti archivi in cui ha condotto le sue importanti ricerche, Giovanni Azzolin si è dedicato con passione alla poesia, traducendo spesso nella classica struttura del sonetto non solo la sua cultura ma anche la sua lunga esperienza di vita. È del maggio 2020 la sua raccolta poetica intitolata “Versi”, in cui come immagine di copertina ha voluto una rondine in procinto di partire alla fine della sua stagione.
A noi il rimpianto di sapere che le rondini a primavera torneranno, mentre dell’amico Maestro ci rimarrà solo il profondo ammirato ricordo.

4 commenti su “Giovanni Azzolin: “Fin sera dura el dì”

  1. Grazie prof. Offelli, per questo significativo ricordo di una persona così ricca di umanità e cultura e che per me,fortunata Sua alunna del Fogazzaro ha rappresentato un punto di riferimento fondamentale. Nonostante siano passati più di quarant’anni, rimane ancora e rimarrà il mio prof. perchè, anche solo con una telefonata, riusciva a trasmettermi saggezza e serenità.

  2. Il mio caro Prof Azzolin… Sono passati decenni ma lo ricordo con tanto tanto affetto e i suoi insegnamenti di letteratura ma anche di vita mi sono cari e preziosi. Mi ricordo ancora benissimo il suo sorriso dolce davanti alle nostre birichinate e la sua pazienza a voler trasmetterci la passione per la letteratura! Non vedo l’ora di poter leggere questa sua raccolta di versi per poter conoscere un altro frammento di uno spirito così dolce e operoso…
    Giorgia Pellizzari
    Vicenza International School, diploma anno 1990

  3. Indimenticabile…..mi sentirò sempre privilegiata nell’averlo avuto come professore e come grande riferimento di sobrietà, serietà, impegno, onestà e autentica sete di conoscenza. Grazie prof Giovanni.
    Raffaella Tagliapietra

  4. Mi conforta leggere i commenti, tutti intrisi di profonda stima verso il professor Giovanni Azzolin, che già ho ricordato in questa pagina.
    Ora che è arrivata la sera per il “MIO” (ne ho avuto molti, ma questo è il mio per eccellenza) insegnante, non abbiamo potuto augurargli una nuova buona vita.
    Credo che lo si può fare ognuno nel proprio cuore, lui leggerá da lassù.
    Invio il mio indirizzo mail, pregando di avvertirmi, nel caso, appena sarà possibile rispetto a questa pandemia, potesse essere organizzato da voi un ricordo pubblico.
    Carla Testolin

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