Happy 28, Thienet!

EDITOR

Zugliano, 1985 Quando la neve era troppa!
[foto di Gian Stupiggia]

È ormai tradizione consolidata che il 17 gennaio, giorno dedicato a San Antonio Abate, patrono degli animali domestici, si festeggi anche l’anniversario della messa online di Thienet nel lontano 1997, cioè 28 anni fa.
“Quanti visitatori ha Thienet?” è la domanda che un po’ tutti trovano automatico chiederci, anche perché di solito il numero dei visitatori e la raccolta di pubblicità sembrano essere i parametri su cui basare il giudizio su una rivista sia cartacea che on-line.
Non sono questi i criteri con cui considerare Thienet; il nostro provider ci fornisce in tempo reale una serie meticolosamente completa di dati sui visitatori di Thienet, non solo il numero delle visite ora per ora, ma il luogo e la durata della visita. Solo che a noi il dato quantitativo delle visite a Thienet interessa relativamente, non è il parametro con cui intendiamo misurarci, anche perché sono altri i criteri con cui lo gestiamo.
Se dovessimo tradurlo in una formula, diremmo che Thienet non appartiene alla categoria dei media di massa; non è nemmeno un blog personale, perché di fondo è un “self-media”; una differenza sostanziale perché non si tratta di fare genericamente informazione ma di produrre noi stessi informazione, diventando elaboratori di opinioni personali che, messe in rete, possono essere conosciute ed eventualmente condivise anche da altri in un confronto democratico aperto e non condizionato.
Noi apprezziamo grandemente il fatto che, come spesso accade, qualcuno ci dica di aver visitato Thienet, che non siano pochi ad informarsi sulla nostra opinione per un determinato evento culturale. Non è il loro numero, però, quello che ci interessa, ma la possibilità che ci è stata data di fare opinione, di esprimere liberamente il nostro pensiero, anche perché molto spesso per articolare un giudizio bisogna aver ben capito l’evento di cui stiamo parlando.
Certo, anche le nostre opinioni sono elaborazioni personali delle informazioni che ci vengono date dalle varie e molteplici forme con cui oggi le notizie circolano; anche noi inevitabilmente subiamo i condizionamenti culturali, spesso a livello subliminale, del tempo che stiamo vivendo e di cui in qualche modo siamo figli. Quello a cui siamo attenti è di non subirne consapevolmente alcuno, sempre all’interno di un civile e rispettoso confronto di opinioni.
Thienet, va riaffermato, non ha mai fatto pubblicità e quindi non è da essa condizionato; è un’isola di libertà in un deserto in cui l’uso massiccio del messaggio pubblicitario non solo condiziona la nostra vita ma anche, con gli slogan governativi, diventa sempre più ossessivamente una forma di potere in grado di formare, o spesso deformare, l’opinione pubblica democratica.

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