Antonio Scurati è arrivato al quarto tomo della sua ponderosa storia di M, il duce Benito Mussolini; il quarto volume “L’ora del destino”, riguarda in specifico la partecipazione dell’Italia fascista alla Seconda Guerra Mondiale fino alla caduta del fascismo il 25 luglio swl 1943.
Tutto il ventennio della dittatura fascista, con le sue mire imperiali, si proponeva come fine ultimo la guerra; anche la scuola doveva preparare i futuri soldati.
E la guerra alla fine ci fu, insieme all’alleato nazista, anche se la roboante propaganda fascista non riusciva a nascondere che l’Italia era assolutamente impreparata ad uno sforzo bellico.
Sul piano storico, come racconta Scurati, fu la criminale caparbietà di Mussolini, divenuta ad un certo punto forma di pazza auto-esaltazione, che lo fece perdere il senso della realtà.
A partire dall’Africa dove il duce sognava di entrare ad Alessandria sul suo cavallo bianco, mentre i soldati italiani morivano di sete nel deserto; tanto che ad un certo punto la guerra d’Africa divenne una lotta tra Rommel e Montgomery.
Eravamo andati a “spezzare le reni” alla Grecia; e se, ancora una volta, non arrivavano i tedeschi di Hitler a salvarci, le reni ce le avrebbero spezzate i greci, gli albanesi e i partigiani di Tito che difendevano il loro territorio dai feroci invasori italiani.
Hitler non voleva la partecipazione dell’Italia di Mussolini alla avventura russa; Mussolini, sconsigliato da tutti, si ostinò a mandare comunque un’armata di uomini equipaggiati in modo criminale, se si pensa agli scarponi di cuoio ‘autarchico’ cioè cartone pressato, con le suole che si sfaldavano sulle nevi della steppa.
Capitolo a sé del racconto di Scurati sono i vari incontri tra Mussolini ed Hitler, con il primo che si propone di imporre il suo punto di vista e finisce puntualmente per subire remissivo la prosopopea del dittatore tedesco
Scurati ci presenta un Benito Mussolini sempre più in preda a dolori digestivi, ormai svuotato di ogni forza vitale, ma che in pubblico deve sostenere la parte del duce, mentre gradualmente perde la fiducia non solo degli italiani ma anche della corte che lo circonda.
Assieme alla sua vicenda si intrecciano le storie di altri personaggi, come il feroce generale Mario Roatta, il genero Galeazzo Ciano, Dino Grandi, Edda Mussolini che vuole andare in prima linea come crocerossina, Clara Petacci che sembra stare consolando un fantasma, fino a Amerigo Dumini, l’assassino di Giacomo Matteotti, divenuto affarista in Africa.
Stupisce in qualche modo la presenza di Mario Rigoni Stern, l’alpino sciatore che in Russia ha subito un processo di maturazione umana in senso antifascista che sarà poi quello di tutta la sua generazione.
Lo stile narrativo di Scurati è sempre incisivo, con le considerazioni personali documentate a fine capitolo da brani di storia.
In questo quarto volume vediamo tutta l’impalcatura costruita dal ventennio fascista sgretolarsi per una implosione interiore di fronte alla dura realtà della guerra in cui Benito Mussolini aveva trascinato la nazione; la fine che sarà sancita il 25 luglio 1943.