(foto di Giuseppe Santamaria)
Lo spettacolo “I ragazzi irresistibili” di Neil Simon, andato in scena al Comunale di Thiene la scorsa settimana, semplicemente ci ha riconciliati con il teatro, nel senso che siamo andati a teatro e… abbiamo visto teatro, nel senso più vero e semplice del discorso.
La vicenda dei due ex-famosi attori che si vuole rimettere insieme per una serata anni dopo la loro traumatica rottura, è una commedia semplice, piacevole ma che ad approfondirla ha anche un suo spessore umano.
A fare che il teatro resti teatro, e non qualcos’altro, sono stati anzitutto i due interpreti principali, Franco Branciaroli e Umberto Orsini.
Che si tratti di due montagne del teatro italiano lo si sapeva da tempo; ci è difficile esprimere, senza usare superlativi di circostanza, la loro prestazione.
Ci piace di più dire che in una storia normale, con gente normale, loro due, i grandi, hanno saputo essere ‘normali’, interpretando, preferiamo dire vivendo i personaggi che hanno messo in scena.
Il borioso Willy Clark (Franco Branciaroli) che ostenta sicurezza ma poi si trova a dover sempre cedere alle scelte altrui, l’apparentemente remissivo Al Lewis (Umberto Orsini) che riesce comunque ad imporre la sua volontà, non erano solo attori sul palcoscenico, ma persone vive che ci sembrava di conoscere, anche perché se ne incontrano tutti i giorni.
Poco da dire sugli altri attori, in particolare Flavio Francucci, nel ruolo di Ben Silverman, l’indaffarato nipote di Willy, tutti ben dentro la loro parte, così come la scenografia e la musica sono state coerenti con la vicenda narrata.
Lasciateci però aggiungere una ulteriore nota di merito, per noi determinante; noi per problemi di udito dovuti all’età sediamo in seconda fila, da dove non sempre riusciamo a sentire bene quello che si recita sul palcoscenico.
Bene di questo spettacolo, nonostante il nostro handicap, abbiamo seguito il dialogo parola per parola; allora, ci si permetta lo sfogo, questo significa che i bravi attori sono quello che non solo recitano bene, ma si fanno anche capire da chi li ascolta.