Icoons: Steve McCurry a Conegliano

ARTE

Fino al 13 febbraio 2022 è possibile visitare al Palazzo Sarcinelli di Conegliano la Mostra fotografica “Icoons” in cui sono esposte 103 foto del famoso fotografo americano Steve McCurry.
Nato nei sobborghi di Philadelphia, McCurry studiò cinema e storia alla Pennsylvania State University. Dopo molti anni come freelance,fece un viaggio in India, dove, con poco più di uno zaino per i vestiti e un altro per i rullini, esplora il paese con la sua macchina fotografica.
Dopo molti mesi di viaggio, si ritrova a passare il confine con il Pakistan, e qui incontra un gruppo di rifugiati dell’Afghanistan, che lo fanno entrare nel loro paese.
Da allora, McCurry ha continuato a scattare fotografie mozzafiato in tutti i sei continenti. I suoi lavori raccontano di conflitti, di culture che stanno scomparendo, di tradizioni antiche e di culture contemporanee, ma sempre mantenendo al centro l’elemento umano.
Insignito dei più prestigiosi premi della fotografia, visitando la Mostra di Conegliano, non si può sfuggire alla forza e al fascino che le foto esposte emanano.
Quello che l’autore, attraverso le frasi scritte nel percorso, ci dice è che le immagini sono anzitutto frutto di una paziente, a volte logorante, attesa nel tentativo di cogliere l’attimo fuggente in cui si può penetrare nell’animo delle persone e delle cose.
Prendiamo anche noi, come esempio di tutte le altre immagini, quella che è giustamente considerata un capolavoro dell’arte fotografica, cioè il ritratto della ragazza afghana Sharbat Gula, divenuto simbolo non solo della Mostra ma un’icona del nostro tempo.
Ci siamo chiesto se tutte le parole che in questi anni sono state e saranno ancora scritte per descrivere la tragedia del popolo afghano riescano ad esprimere l’espressione del volto della ragazza così come Steve McCurry l’ha colta in immagine, rendendola immortale; dentro c’è tutto, la sofferenza per la tragedia che Sharbat Gula sta vivendo, la paura del futuro, una malinconica supplica di serenità e di pace, di poter vivere una vita normale.
Questa forza di penetrare nell’animo delle persone fotografate è presente in molte delle opere esposte, variando le persone e i luoghi, dall’India fino alla New York delle macere delle Torri Gemelle.
Si è a lungo dibattuto se la fotografia, come riproduzione meccanica della realtà, possa essere considerata arte; forse chi ha dubbi in merito dovrebbe visitare la Mostra di McCurry a Conegliano dove la ‘riproduzione meccanica’ viene caricata di sensi, significati, valori, discorsi che la rendono sorella della poesia, che si avvale del potere evocativo delle parole per esprimere l’interiorità dell’animo umano.

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