Mattarella: la scelta di non scegliere

EDITOR

Al 2022, al di là di salute e serenità per tutti, avevamo principalmente chiesto due cose: la fine della pandemia e la non elezione di Silvio Berlusconi a Presidente della Repubblica.
La pandemia, pur con le dovute cautele, sta lentamente regredendo e a Presidente della Repubblica è stato ri-eletto Sergio Mattarella; insomma, due auspici esauditi, con nostra grande soddisfazione.
Premesso tutto questo, passiamo a considerare la scelta di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica per i prossimi 7 anni, una scelta tutt’altro che esaltante dal momento che secondo noi si tratta di una non-scelta.
Partiamo dalla considerazione che la scelta di Mattarella è una rinuncia a cercare di trovare un candidato condiviso dalla maggioranza degli aventi diritto a votare il Presidente della Repubblica; come dire che la maggioranza di questo Parlamento, con l’aggiunta dei grandi elettori regionali, nonostante se ne parli da tempo, non è stato in grado di concordare il nome di un candidato comune.
Si tratta di un vero e proprio fallimento della politica italiana e della classe politica chiamata ad interpretarla.
Silvio Berlusconi, con un suo tipico teatrino, aveva convocato ad Arcore i responsabili politici del centro-destra; cosa si siano detti non lo sappiamo, ma il risultato è stato la proposta del suo nome a candidato ufficiale del centro-destra; proposta che, vista l’aria che tirava, è stata da lui stesso ritirata ancor prima di votare.
Mentre Salvini, il furbastro, con un blitz perlomeno inopportuno puntava sulla berlusconiana Casellati, presidente del Senato, questa proposta è stata affossata dai franchi tiratori della stessa Forza Italia.
Fregandosene dei capi e dello stesso Mattarella, deciso a mollare, il suo nome è comunque gradualmente cresciuto nelle votazioni, costringendo capi, capetti e caporioni a prenderne atto e a riconfermarlo Presidente della Repubblica. Insomma si è deciso di non decidere, si è scelto di non scegliere.
Più che inchinarci a raccogliere i cocci di questo evidente indegno disastro della politica italiana, vorremmo tentare di capirne le ragioni, nella speranza che ci sia modo di rimuoverle.
Qualcuno, nei tanti commenti che abbiamo sentito, ha parlato di un sempre più evidente scollamento tra le istituzioni democratiche e l’attuale classe politica italiana; come dire che l’attuale classe politica del nostro paese non è in grado di gestire compiutamente le istituzioni democratiche previste dal nostro ordinamento costituzionale; le quali istituzioni democratiche devono vivere una loro vita nonostante i politici del momento.
Una Costituzione, ricordiamolo senza retorica, nata dallo spirito di chi, nonostante le posizioni politico-ideologiche diverse, ha lottato insieme per liberare l’Italia dall’oppressione e dalla dittatura; come dire che quello spirito secondo cui lo sforzo di uno va unito a quello di tutti, non informa e non anima più la nostra classe politica post-resistenziale, fatta ormai di nanerottoli politici che alle idee, agli ideali e alle visioni ideologiche pensano che basti contrapporre le manovre di palazzo e i giochetti da basso impero.
Nel suo discorso di fine anno il Presidente Mattarella ha detto che il suo successore avrebbe dovuto rappresentare non solo l’unità politica ma anche l’unità morale del paese, escludendo automaticamente in questo senso Silvio Berlusconi. Evidentemente a detta dei mille grandi elettori chiamati a scegliere il Presidente della nostra Repubblica, oggi in Italia non c’è chi sia considerato all’altezza, politica e morale, di assumere quell’incarico.
Ecco allora che anche lo scialbo Sergio Mattarella può diventare un salvifico titano, cui aggrapparsi per non affondare.

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