Se dovessimo catalogarlo secondo uno schema di qualche decennio fa, dovremmo annoverare Paolo Rumiz tra gli “apocalittici”, cui si contrapponevano gli “integrati”.
Nel suo recente “Verranno di notte”, edito dalla Feltrinelli, Paolo Rumiz raccoglie il senso del disagio per il diffondersi di una nuova barbarie, che lui configura come il dilagante sovranismo.
Si tratta dell’insieme di quelle forze della destra eversiva che in Europa vogliono destrutturare le istituzioni democratiche costruite nei vari paesi nel secondo dopoguerra, per sostituirle con forme autoritarie, o barbarie, che se non sono fascismo di nome, sono terribilmente simili nella sostanza.
Non è un mistero che in Italia con il premierato e la riforma della giustizia del ministro Nordio si stia tentando di assoggettare il potere legislativo e quello giudiziario al potere esecutivo, in una forma di sovranismo autoritario che semplicemente destruttura e distrugge dall’interno il sistema democratico dell’equilibrio dei tre poteri dello Stato su cui si basa la nostra Costituzione.
Da giornalista giramondo Rumiz ne raccoglie i sintomi in una serie di articoli vari che formano la struttura della pubblicazione. Non solo, ma sempre per lo scrittore triestino, “I nuovi barbari si servono meglio di chiunque altro di questa macchina perversa della barbarie per occupare il vuoto politico lasciato da una sinistra inconsistente, lontana dal popolo e priva di etica”.
Una fiammella di speranza gli viene dal fatto che sembra esserci una reazione per il fatto che recentemente in Germania milioni di persone sono scesi in piazza per protestare contro il sovranismo.
Il libro di Rumiz è uscito senza conoscere i risultati delle recenti Elezioni Europee, che per il momento hanno fortemente ridimensionato il pericolo dell’imporsi del sovranismo. La tenuta democratica del nuovo Parlamento europeo è dimostrata dal riformarsi di una Commissione composta da forze di centro, liberali e socialiste, cui si sono aggiunti i verdi.
L’esempio della Francia è importante: il voto di protesta contro Macron guerrafondaio riversato alle elezioni europee sulla sovranista Marine Le Pen è stato subito ridimensionato nelle successive elezioni politiche francesi quando si è prospettato il pericolo di una vittoria del sovranismo.
D’altronde, per quanto riguarda l’Italia, la ridicola pretesa di fare in Europa quello che sta facendo il sovranismo in Italia è stata sonoramente respinta dalle forze democratiche dell’unione, facendo fare a Giorgia Meloni una madornale figuraccia politica, non certo bilanciata dai risultati avuti in casa.
Quindi, pur apprezzando e in parte condividendo l’analisi di Paolo Rumiz ‘apocalittico’, a noi consola il fatto che, almeno in Europa, come ‘integrati’ abbiamo respinto l’assalto autoritario del sovranismo; resta comunque il problema dell’Italia.