Le elezioni le ha già vinte …Putin

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Le elezioni politiche del 25 settembre le vinceranno, come sempre, tutti, anche quelli che otterranno lo zero-virgola per cento dei consensi. Noi, com’è nel nostro stile, non ci azzardiamo a fare previsioni; ci limitiamo ad augurarci, sperare sarebbe già troppo, che ci sia una reazione morale, se ancora ne esiste una possibilità, da parte dell’elettorato italiano, contro i politici che hanno fatto cadere il governo guidato da Mario Draghi; quelli che oggi, spudoratamente, accusano gli altri di quanto loro stessi hanno commesso, negando la fiducia o con l’astensione, e accusando del misfatto chi, come il Pd, la fiducia a Draghi l’ha invece coerentemente votata; l’abbiamo chiamato uno stupido, insensato gioco del moscacieca.
Durante il periodo della crisi avevamo notato, sempre da notizie di stampa, uno strano e continuo pellegrinaggio di Matteo Salvini nella villa di Berlusconi, che pensavano dovuto alla preparazione delle tattiche delle politiche di primavera di una destra che tenta di unirsi; mai avremmo pensato che a quegli incontri fosse presente anche un convitato di pietra, cioè Vladimir Putin, con cui l’allegra combriccola tramaciava per far cadere il governo Draghi, in prima linea sulla condanna dell’invasione dell’Ucraina e a sostegno delle sanzioni europee contro Mosca.
Certo, ci vorranno anni e mille inchieste giornalistiche per dimostrare il fondamento di quanto recentemente pubblicato sul quotidiano La Stampa di Torino, cioè delle ingerenze russe sulla situazione politica italiana.
Era già successo a suo tempo con l’elezione di Donald Trump a presidente degli Usa, dove col tempo è emersa la verità, dimostrando il determinante ruolo delle fake news di provenienza sovietica contro la candidata democratica Hillary Clinton.
Nessuno ha dimenticato inoltre che capitan Fracassa, qualche settimana fa, voleva persino andare a Mosca a convincere Putin a … fare la pace, viaggio per il quale l’ambasciata russa gli aveva già procurato i biglietti, che poi Salvini avrebbe rimborsato.
A nessuno può sfuggire che il governo Draghi, dichiaratamente sostenuto fino al giorno prima, è caduto per un preciso disegno politico esterno, calcolato a tavolino, disegno che esula da ragioni dovute al suo operato e al suo prestigio in Europa.
Far cadere Draghi, infatti, significava bloccare l’azione di chi forse più di altri in Europa si era opposto all’invasione russa dell’Ucraina, affrontando le minacce di chiusura delle forniture di gas e concordando nell’imporre a Mosca drastiche sanzioni economiche; eliminare questo ostacolo significava chiaramente fare il gioco di Putin.
Si tratta solo di capire se questo diabolico gioco sia stato escogitato dal duo Salvini-Berlusconi o sia stato suggerito direttamente dal malefico Vladimir; siccome richiede una buona dose di intelligenza, noi propendiamo per la seconda ipotesi, anche perché di Putin è nello stile.
Per questo noi, pur non possedendo doti divinatorie, siamo convinti che comunque, grazie a Salvini e Berlusconi, le elezioni politiche italiane le ha già vinte Vladimir Putin.

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